lidia popiel sony alpha 7R3 una modella indossa un abito rosso seduta sul pavimento con le mani alzate

Libertà da indossare

Lidia Popiel

"La moda ha un non so che di magico", afferma Lidia Popiel, "e, poiché la fotografia di moda racchiude in sé tante cose – persone, disegni, tessuti, linee, proporzioni, paesaggi e luoghi – possiamo pensarla come un luogo di libertà in cui esprimere se stessi e creare nuovi mondi. C'è una forma di bellezza in tutto ciò".

Lidia, fotografa di spicco polacca che ha lavorato come modella dall'età di 17 anni, confessa che era solita osservare i fotografi con cui collaborava a stretto contatto per cercare di dare sempre il massimo, senza mai pensare che un giorno sarebbe passata dall'altra parte dell'obiettivo.

"Un giorno, durante un set fotografico", spiega, "ho preso in prestito una fotocamera consumando un intero rullino. Poi ho venduto una delle foto per pubblicarla su un manifesto di prodotti di cosmetica. Improvvisamente ero diventata una fotografa", afferma sorridendo. "Ovviamente la strada era ancora lunga e i miei colleghi mi hanno sostenuta molto durante questo percorso di apprendimento. Ho iniziato a scattare foto con i miei disegni e ne ho vendute tante, soprattutto a una delle due riviste di moda in circolazione a quei tempi in Polonia".

lidia popiel sony alpha 7R3 modella seduta sul bordo di un letto a baldacchino

© Lidia Popiel | Sony α7R III + FE 28mm f/2 | 1/20s @ f/9.0, ISO 100

40 anni dopo, Lidia si è vista impegnata in un evento fotografico di beneficienza per l'associazione "Friends of the Museum" di Varsavia. "Ogni anno questa associazione organizza un evento a scopo benefico per il museo nazionale", spiega, "e quest'anno ha chiesto ai dieci stilisti polacchi più in vista di far sfilare i propri abiti, che sono stati poi messi all'asta in occasione di un ballo tenutosi nel museo. Accettare l'invito è stato per me un vero onore".

La location rappresentava per Lidia la ciliegina sulla torta. "Radziwiłł Palace è un edificio incantevole di Nieborów", spiega, "e, dato che uno dei temi della collezione era il 'colore', ci è stata data l'opportunità di abbinare gli abiti agli arredi interni del palazzo". Le immagini intricatissime hanno richiesto molta preparazione. "Prima del servizio, sono andata a visitarlo molte volte", afferma Lidia, "alla ricerca di colori analoghi e di linee ripetute. Desideravo inoltre che, nelle loro pose, le mie modelle incarnassero lo spirito di questa location che nasconde fantasmi e segreti".

lidia popiel sony alpha 7R3 modella appoggiata contro una balaustra

© Lidia Popiel | Sony α7R III + FE 28mm f/2 | 1/15s @ f/6.3, ISO 100

In questo modo, afferma, le immagini di moda sono molto più che semplici ritratti. "Raccontano delle storie", ci spiega, "utilizzando la luce, i dettagli e la composizione. Scegliamo molti metodi per esprimere le idee degli stilisti, ma alla fine nella foto c'è una persona che, attraverso l'immagine, deve parlare all'osservatore".

Indipendentemente dal progetto, le sue modelle devono sentirsi parte della storia, afferma Lidia. "Il segreto consiste nel scegliere la persona giusta e comunicare attraverso l'immagine. È un lavoro di squadra. Ricerco modelle molto espressive, senza però mettere in secondo piano l'abito. Le modelle devono sentirsi magnifiche e parte del progetto. Quindi, senza perdere di vista l'obiettivo finale, la modella e il fotografo devono sempre chiedersi cosa stanno facendo e perché lo stanno facendo".

lidia popiel sony alpha 7R3 una modella indossa un abito dorato all'interno di una nicchia

© Lidia Popiel | Sony α7R III + FE 28mm f/2 | 1/60s @ f/2.8, ISO 100

Per questo progetto, Lidia, che in passato utilizzava solitamente un obiettivo da 50 mm, è passata a un obiettivo FE 28 mm f/2. "Ho scelto una lunghezza focale più corta per ottenere un effetto dinamico maggiore nella location", afferma, "ma senza mai distorcere le silhouette dei soggetti". La bellezza interiore deve essere una parte essenziale della storia e, nel contempo, quando mi avvicino alla modella, stabilisco una connessione più intima, specialmente quando parlo sottovoce".

In tal senso, la fotocamera Sony α7R III soddisfa a pieno le esigenze di Lidia, grazie a una serie di funzioni appositamente pensate per concentrare l'attenzione del fotografo sul soggetto e non sulla fotocamera. Come spiega, le dimensioni e il peso del corpo, nonché la rivoluzionaria funzione Eye AF, hanno cambiato il suo metodo di scatto.

"Mentre un fotografo è all'opera", spiega, "è come se il tempo si dilatasse. Invece sono proprio i piccoli attimi i più decisivi per stabilire il successo di uno scatto. Quando ho iniziato a utilizzare la funzione Eye AF ho percepito subito una sensazione di sicurezza mai provata prima e la certezza che trasmette rappresenta un elemento essenziale per catturare momenti importantissimi che durano appena una frazione di secondo".
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© Lidia Popiel | Sony α7R III + FE 28mm f/2 | 1/80s @ f/10, ISO 100

Con un corpo più piccolo, più leggero ma una risoluzione sempre elevata, anche la composizione può diventare più libera e fluida. "Talvolta basta spostarsi di mezzo centimetro per cambiare tutto di un'immagine", spiega Lidia, "ed è per questo che solitamente lavoro senza cavalletto. Dopo aver sostituito le vecchie e pesanti fotocamere con le macchine mirrorless Sony, ho tirato subito un sospiro di sollievo e nel mio lavoro ho iniziato a trasmettere una straordinaria sensazione di libertà". È tutta questione di libertà. Lidia sostiene che questo modo di fotografare può aprire un mondo di possibilità ai fotografi. "Significa non aver paura dell'immaginazione", conclude, "e accettare di essere onesti. Scattare per se stessi, non per essere giudicati. E penso che ci sia ancora molta strada da fare, perché il lavoro di ognuno è un'opera unica al mondo. Non smettete mai di imparare, di stupirvi, di essere liberi". Foto: Trucco Marianna Jurkiewicz Acconciature: Kacper Rączkowski/Kevin Murphy Pl Wardrobe Selezione abiti: Agnieszka Ścibior Modelle: Uncover Models Collaborazione fotografica: Wolf Studio/Warsaw

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Lidia Popiel

Lidia Popiel | Poland

"Fotografare significa donarsi, arrendersi con impegno e devozione a quanto abbiamo davanti all'obiettivo. La fotografia è un momento in cui non apparteniamo più a noi stessi. Un momento fugace, da cogliere al volo, ma senza fretta"

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