murat pulat sony alpha 7II anziano seduto su un letto davanti a un muro coperto di graffiti

Una città dalle mille storie

Murat Pulat

Istanbul è un centro storico che ognuno legge a modo suo. È la più grande città europea, oltre che l’unica sospesa tra due continenti. È un mix cosmopolita di culture prodotto da millenni di scambi commerciali, studi e religione… ma per il fotografo Murat Pulat ha tutt’altra accezione: speranza.

"Mi sono trasferito da Ankara a Istanbul per studiare", spiega. "Volevo prendere la laurea e vivere qui e, all'epoca, non avevo dubbi che avrei lavorato in questa città. Era il mio sogno e mi sono accorto che questo stesso sogno, questa stessa speranza, è condivisa anche da molte delle persone che incontro lungo il cammino."
murat pulat sony alpha 7RIII donna si fa tagliare i capelli accomodata sulla poltrona di un parrucchiere con un cane in braccio

© Murat Pulat | Sony α7R III + FE 24-70mm f/2.8 GM | 1/60s @ f/3.2, ISO 400

Sono proprio queste figure ad aver ispirato “City of Hope”, il progetto di Murat dedicato a Istanbul ma che rispecchia la vita in tutte le realtà urbane. Una serie di ritratti e fotografie spontanee che parla di come la città seduce e ispira le persone, di come le crea e le distrugge.

“Mi è sempre piaciuto andare in giro a fare foto”, afferma, “ma a un certo punto non mi bastava più. Volevo saperne di più sulla vita delle persone, soddisfare la mia curiosità. Così ho girato la città in lungo e in largo: impiegati, negozianti, clochard in zone abbandonate, dimostranti ai cortei. ‘City of Hope’ è un patchwork di tutte queste storie.”

murat pulat sony alpha 7II calzolaio seduto lucida una scarpa mentre un anziano guarda dalla finestra

© Murat Pulat | Sony α7 II + FE 24-70mm f/4 ZA OSS | 1/320s @ f/5.6, ISO 1600

"Una cosa è certa: non è facile conservare la speranza in una grande città. Tutte queste persone ce l'avevano quando sono arrivate qui. Volevano conquistare qualcosa: potere, ricchezza, magari solo la libertà, ma molti di loro hanno perso la partita. Le opportunità sono scarse e il successo è un privilegio per pochi."

Per realizzare la serie “City of Hope”, Murat è passato dal modello α7 II al modello α7R III, apprezzando la sostanziale differenza in termini di risoluzione e qualità delle immagini.

murat pulat sony alpha 7RIII ragazzo tira un carrello lungo una via di istanbul

© Murat Pulat | Sony α7R III + FE 24-70mm f/2.8 GM | 1/640s @ f/2.8, ISO 800

“La definizione e il range dinamico sono tutto”, spiega, “in particolare il secondo, perché il mio studio è la città e devo essere pronto a tutto. Non appena mi salta all’occhio qualcosa, devo reagire e azionare l’otturatore, non posso permettermi il lusso di regolare la luminosità. Controluce o in pieno sole, la mia α7R III riesce a cogliere i minimi dettagli sia nei punti di luce sia nelle zone in ombra. Lo stesso discorso vale per la sensibilità ISO: è così versatile che riesco a intercettare agevolmente i soggetti anche in penombra”.

Ogni soggetto è un nuovo capitolo del suo progetto, anche se, confessa Murat, è dura raccontare le innumerevoli storie di chi ha perso ogni speranza, dai manifestanti del Gay Pride, che si sono visti negare il diritto di tenere la marcia, a chi non ha una casa.

murat pulat sony alpha 7II senzatetto sdraiato su un giaciglio di cartoni per le strade di istanbul

© Murat Pulat | Sony α7 II + FE 24-70mm f/4 ZA OSS | 1/5000s @ f/6.3, ISO 400

“Conosco tante persone che sono venute qui, bravi ragazzi, gran lavoratori, che adesso si ritrovano a vivere per strada. Fuori piove, fa freddo e non posso fare niente per loro, se non fotografarle e fermarmi a scambiare due parole… La differenza è che io poi torno alla mia vita, loro non possono. In certi momenti mi pesa essere solo un osservatore.”

Il sistema di autofocus della fotocamera α7R III ha rivoluzionato il metodo di lavoro di Murat, al punto che “10 anni fa non avrei mai potuto realizzare questo progetto, perché le fotocamere non funzionavano come serviva a me”.

murat pulat sony alpha 7RIII donna in piedi vicino al porto di istanbul con un mazzo di rose in mano

© Murat Pulat | Sony α7R III + FE 24-70mm f/2.8 GM | 1/640s @ f/7.1, ISO 200

Grazie alla modalità Eye AF, spiega, “premo un pulsante e so che la messa a fuoco rimane fissa sul soggetto. È un aiuto insostituibile, perché se dovessi prima usare il punto AF per trovare gli occhi, poi mettere a fuoco e ricomporre la scena, rischierei di perdere l’attimo. Così invece è un’impostazione tecnica in meno a cui pensare. Il fatto di sapere che le immagini saranno sempre nitide, anche lavorando a diaframma completamente aperto, lascia più spazio alla creatività”. Murat è rimasto colpito anche dalla robustezza e dal formato della fotocamera α7R III, che permettono di scattare qualsiasi foto in qualsiasi condizione meteorologica, senza dover sopportare il peso di una fotocamera DSLR o di medio formato. “Chi come me lavora per strada ha bisogno di una macchina fotografica resistente all’acqua o alla neve, proprio come questa. Anche le dimensioni sono perfette, soprattutto per obiettivi compatti come un FE 35 mm f/2,8. Riesco a diventare praticamente invisibile.”

murat pulat sony alpha 7RIII giovane seduto su una cassa per le strade di istanbul con un uccello nero in mano

© Murat Pulat | Sony α7R III + FE 24-70mm f/2.8 GM | 1/5000s @ f/8.0, ISO 640

"Non ho intenzione di fermarmi. Ci vorrà ancora qualche anno per produrre tutte le immagini che ho in mente, soprattutto dei veri vincitori, gli uomini e le donne che raggiungono i loro obiettivi. In realtà i vincitori sono difficili da scovare, anche perché a volte non sanno nemmeno di esserlo. Spesso le persone cadono nella tentazione di volere sempre di più e finiscono per non realizzare i propri sogni. Puntiamo piuttosto a semplificare le nostre vite e a capire che il successo non è quello che vediamo in TV o sulle riviste. La società deve rendersi conto che tutti hanno talento, valore e competenze. Credo sia questa la mia più grande speranza."

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