Anche se sono impegnato a scattare un servizio, devo sempre rispettare le persone che mi circondano, in primis gli artisti. Dietro le quinte devo capire quando è il momento di abbassare l'obiettivo. Non è un problema rubare un paio di scatti del cantante mentre sceglie l'outfit per la serata, ma non va bene seguirlo ossessivamente a ogni passo.
Un altro aspetto da considerare è il pubblico. Devi stare attento a non ostacolare la vista del palco, altrimenti rischi di rovinare l'esperienza di altre persone che hanno pagato per essere lì. È una questione di rispetto: prima di scattare le foto cerco sempre di chiedere il permesso e quando so di essere di troppo, mi giro verso gli spettatori per scusarmi e ringraziare. Basta un piccolo gesto di cortesia per fare la differenza.
Come gli altri fotografi, se seguo l'intero tour, non vado nell'area sottopalco durante le prime tre canzoni. I fotoreporter possono sfruttare solo questi tre pezzi per ottenere i migliori scatti possibili, perciò non mi sembra corretto star lì in mezzo a disturbare. Lo scatto della foto Qual è la foto che ritengo perfetta? Fondamentalmente qualsiasi scatto in grado di catturare l'energia della serata. Cerco sempre un modo per trasmettere la potenza dello show, il che spesso mi porta a scattare le foto tra la folla. Dopotutto senza il pubblico sarebbero semplici scatti delle prove. Non ci sono regole, si tratta solo di guardare attraverso il mirino e capire se è il momento giusto. Più si acquisisce esperienza, più diventa questione d'istinto.
Fotocamere e obiettivi – Quali usare e quando
Porto sempre due fotocamere Sony al collo: α7R III e α7S II. Tante immagini le scatto con la prima, perché il sensore da 42,2 megapixel coglie tutti i dettagli e funziona benissimo anche con poca luce. Se le condizioni di illuminazione sono davvero pessime, preferisco però il modello α7S II: anche se il sensore ha una risoluzione inferiore, posso aumentare la sensibilità senza produrre troppe interferenze.
Oltre alle fotocamere ho a disposizione quattro obiettivi: un GM da 24-70 mm f/2,8 su una fotocamera, un GM da 85 mm f/1,4 o da 70-200 mm f/2,8 sull'altra e, sempre lì a portata di mano, un G da 12-24 mm f/4 per gli scatti con il super grandangolo. Non mi serve altro per essere pronto a uno spettacolo.
Se mi chiamano per un solo concerto e non per un intero tour, l'obiettivo GM da 24-70 mm f/2,8 è la scelta perfetta. Posso lavorare tutta sera anche solo con questo. Se invece sto seguendo un tour e dopo qualche serata ho già un buon numero di immagini, a volte uso solo il GM da 85 mm f/1,4. Limitarsi a un solo obiettivo è interessante, perché ti porta a concentrarti sui dettagli e a cercare scatti più creativi.
L'obiettivo GM da 85 mm f/1,4 è perfetto per le location poco illuminate. Di recente mi sono innamorato della funzione Eye-AF di α7R III, soprattutto quando imposto il GM da 85 mm su un'apertura di f/1,4. Grazie a questa novità, i ritratti dei cantanti sono sempre a fuoco, perché il sistema va a cercare esattamente l'occhio, non le ciglia, il naso o il microfono davanti al viso. È una rivoluzione.
Messa a fuoco Uso sia la messa a fuoco automatica sia quella manuale. L'ultima la utilizzo per gli scatti creativi, ad esempio quando voglio che le corde della chitarra siano estremamente chiare e che la sfocatura del frontman sullo sfondo sia facilmente identificabile. Per farlo, sfrutto al massimo la funzione del focus peaking, che mi aiuta anche quando uso gli obiettivi meno recenti con lenti vintage. Inoltre imposto un pulsante personalizzato per attivare e ingrandire l'immagine. In questo modo, posso avvicinarla in tempo reale e controllare la messa a fuoco, cosa molto importante se si utilizza l'alta risoluzione di α7R III. Esposizione Uso sempre l'esposizione della fotocamera in modalità completamente manuale. Mi piace avere il controllo dell'otturatore, dell'apertura e della sensibilità ISO in ogni momento. Per quanto riguarda la scelta dell'apertura, valuto l'aspetto commerciale e tecnico. Ad esempio, quando devo scattare una foto per creare un poster del tour, mi assicuro che ogni membro della band sia a fuoco, per cui uso l'apertura f/5.6 piuttosto che f/2.8 o f/1.4. Per il tempo di esposizione, invece, considero l'effetto mosso del movimento dell'artista. Se voglio ottenere una foto nitidissima, il tempo più lento con cui scatto più facilmente è di circa 1/160 secondi. Ovviamente, l'effetto mosso può essere una scelta artistica, quindi in questi casi arrivo a utilizzare tempi ancora più lenti per immortalare il movimento sfocato della batteria o delle corde.
In base a che cosa regolo l'esposizione? Tutto dipende dal tipo di scatto, ma sicuramente il volto dell'artista è quasi sempre un elemento essenziale. Sia α7R III che α7S II lasciano molto spazio per lavorare sui dettagli in ombra durante l'editing dei file RAW, quindi la regola generale è evitare il clipping delle alte luci. L'istogramma mi consente di verificare l'esposizione delle alte luci ancora prima di scattare. Di solito preferisco abbondare con le zone d'ombra, senza perdere le alte luci, ma non sempre è possibile. Non importa se un riflettore o un punto luce viene smorzato nella foto, quello che conta è evitare del tutto le distese piatte. Trovo molto più efficace correggere le ombre che ripristinare le luci.
"Peter Neill è il miglior fotografo che abbiamo mai incontrato. Ci affidiamo solo a lui." Mark Sheehan, The Script.